venerdì, Dicembre 13, 2024
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La Fossa dell’Abate

La stagione estiva è ormai finita, fortunati noi che viviamo in un meraviglioso territorio dove la natura ci ha regalato mari e monti, ex paradiso che una volta aveva anche un nome  che ne rendeva merito: “La Perla del Tirreno”.

Quella denominazione le fu data in tempi dove il nostro mare era incontaminato, molto lontano dall’attuale stato, dove spesso troviamo qualche inquietante avviso.

Questi avvisi sono purtroppo necessari in quanto le acque prospicenti la Fossa dell’Abate a volte non risultano idonee alla balneazione, avvisano i malcapitati “utenti del mare” che entrare in acqua non è del tutto sicuro.

Chiaramente nel mare, in questo nostro mare, non dovrebbero trovarsi elementi nocivi per la salute di tutti, perché non si riesce a risolvere questo problema?

Di chi è la responsabilità dei liquami sversati nella Fossa dell’abate i quali raggiungono le nostre spiagge?

Di chi è la responsabilità per chi non riesce a provvedere, nonostante abbiano in mano tutte le strutture necessarie per tale rilevazione (Arpat, Usl, Consorzio di Bonifica, Comuni di Camaiore e Viareggio)

Per cercare di capire come fosse possibile una tale situazione, erano state richieste all’ufficio ambiente del Comune di Camaiore alcune informazioni al riguardo, ma il responsabile sembra ne sapesse poco o nulla.

Visto che l’istituzione preposta per garantire la salute dei cittadini, (ricordatevi che il Sindaco è il responsabile per la salute pubblica del Comune, assieme, in questo caso, al Dirigente settore Ambiente), non dava idonee risposte, sono state eseguiti dei rilievi, con esiti scontati.

Una “scoperta” è stata effettuata accanto al ponte che collega Viareggio con Lido di Camaiore, dove è stata notata la presenza di alcuni tubi, dal lato di Lido di Camaiore, da cui fuoriesce qualcosa di maleodorante e misterioso.

Quanto esce da quei tubi sembra provenire da scarichi fognari, non collegati alla rete pubblica fognaria, che vengono sversati nel “Fiume Camaiore”, che a Lido di Camaiore prende il nome di “Fossa dell’Abate”.

Cosa è stato individuato?

Questo è un video di inizio agosto 2023, e nonostante non piovesse da molto tempo dal quel tubo usciva acqua scura, che emanava un caratteristico odore che di solito si percepisce nelle vicinanze di depuratori, oltre all’acqua da quel tubo è uscito qualcosa, sicuramente proveniente da uno scarico fognario.

 

Quest’altro video è stato realizzato di giugno 2024, dove si vede acqua chiara e senza cattivi odori.

Quindi, quando turisti e villeggianti non ci sono, quello scarico risulta apparentemente pulito, questo potrebbe significare che case estive o strutture ricettive siano senza collegamento alla fognatura pubblica.

Quello che si è visto avviene a poche decine di metri dalla spiaggia.

Nella Fossa dell’Abate non molto tempo fa vennero installati dei tubi allo scopo di veicolare l’acqua inquinata fino in mare aperto, ma come tutti sanno il mare riporta in spiaggia tutto quello che non è suo, quindi gli inquinanti tornano indietro, come praticamente fatto presente dai divieti di balneazione.

Da un articolo de La Nazione del 9 giu 2024, si viene a sapere (a stagione estiva già iniziata) che le tubazioni sono insabbiate, infatti il Comune che ha deciso di verificare il funzionamento degli spandenti a mare sulla Fossa dell’Abate e dai sopralluoghi, è emerso che “si sono verificate alcune falle e rotture nelle tubazioni in acciaio e che attraverso tali rotture sono avvenute introduzioni di masse sabbiose che hanno ostruito i condotti, pregiudicandone il regolare funzionamento”.

Dunque vi è stato un malfunzionamento, questo potrebbe significare che gli spandenti non hanno lavorato bene e gli inquinanti sono rimasti alla foce, ci si chiede quindi come sia possibile che l’Arpat abbia certificato l’acqua prospicente la Fossa dell’Abate a norma, mentre quella stessa acqua Goletta Verde la denuncia come fortemente inquinata?

 

Questo vecchio articolo mette in risalto le “difformità” di analisi tra Legambiente e Arpat: https://www.iltirreno.it/versilia/cronaca/2018/06/28/news/legambiente-mare-inquinato-arpat-tutto-sotto-controllo-1.17011688

Altra segnalazione di Goletta Verde:                                                                        “Scarsa attenzione da parte delle Amministrazioni comunali anche sul posizionamento della cartellonistica informativa sulla qualità delle acque, con esposti i dati sulla qualità delle acque e i profili delle stesse aree monitorate con analisi mensili, un obbligo di legge ormai da diversi anni ma mai rispettato.                                                                Nei tratti di costa definiti balneabili dalle autorità e in cui sono stati eseguiti dei prelievi da parte dei tecnici di Goletta verde, nell’80% dei casi il cartello era assente”.

Per normativa vi è dunque l’obbligo di comunicare la qualità dell’acqua, ma nessuno li sanziona a e quindi continuano con quello che hanno sempre fatto, ossia niente, ma non sono stati assunti per questo.

In definitiva, questi spandenti servono a poco, infatti dal 2019, a causa dei ripetuti divieti di balneazione, vengono annunciati altri lavori sugli spandenti.

Da molti anni assistiamo ai vari comunicati dove si chiede che vengano presi urgenti provvedimenti, questo è di 9 anni fa:

Questa situazione non è ottimale, senza considerare i danni e la cattiva immagine che il territorio deve subire, quando c’è qualcuno pagato (amministratori) affinché questo non avvenga.

Anche l’aspetto visivo fa la sua parte, pure se non inquinanti le alghe che hanno infestato la superficie della Fossa dell’Abate comportando uno spettacolo orrendo, poi qualcuno si è deciso a rimuoverle, ma solo in agosto inoltrato.

Non è poi la prima volta che le alghe infestano il corso d’acqua, da anni vi è questo problema, non si capisce perché non venga programmata una pulizia prima della stagione estiva:                              https://www.iltirreno.it/versilia/cronaca/2015/07/21/news/fossa-dell-abate-come-uno-stagno-turisti-in-fuga-per-il-cattivo-odore-1.11811513

La battaglia contro i batteri nocivi, e relativa sconfitta:                                             Per eliminare i batteri “qualcuno” volle testardamente immettere acido peracetico per “sterilizzare” la Fossa dell’Abate:                                            https://www.lanazione.it/viareggio/cronaca/acido-peracetico-cffff39c

Con il risultato che i batteri cattivi ci sono ancora e l’Istituto Superiore di Sanità ha bloccato la sperimentazione:                                                                            https://www.toscana-notizie.it/-/balneazione-la-regione-sospende-la-sperimentazione-dell%E2%80%99acido-peracetico-e-sollecita-gli-interventi

In questa sospensione i comuni presero l’impegno di classificare gli scarichi fognari, impegni a quanto pare rimasti sulla carta.

L’acido peracetico elimina forse tutti i batteri, ma anche quelli buoni, compromettendo quindi la biodiversità dell’area umida.                                                                            Per eliminare i batteri cattivi, lasciando in vita quelli “buoni”, necessari all’equilibrio ambientale, vi sono migliori prodotti da immettere nell’ambiente, come i probiotici, naturali, non inquinano, ripristinano l’ambiente e dissolvono efficacemente gli inquinanti biologici, Camaiore.it pubblicò un articolo su questi probiotici:                                                          https://camaiore.it/2024/02/06/miracolo-della-natura/

Sul fiume Camaiore sembra vi siano troppe “menti”, Comune, Provincia, Regione, in definitiva, questo favorisce la confusione, chi è il vero responsabile di quello che accade nel fiume?

Abbiamo visto che Arpat monitora le acque alla ricerca di batteri nocivi:

A Camaiore vi è una ex discarica, chiamata “Bernardone” su cui nessuno interviene per la sua bonifica, si tratta di una vecchia grande discarica indifferenziata, e che si trova a pochi metri dal fiume Camaiore, dove questi poi sfocia in mare.                                               Alla luce di questi eventi ci chiediamo se, oltre nei confronti dei batteri “organici”, chi preposto, abbia eseguito verifiche anche per il rilevamento di eventuali altri fattori inquinanti.

Per finire questo video è stato registrato all’inizio di settembre di quest’anno, lungo la sponda della Fossa dell’Abate, lato Lido di Camaiore, una volta serviva da efficace collegamento per i ciclisti e i pedoni, attualmente la folta vegetazione rende difficile quello che una volta era un pratico passaggio, dove troviamo quello che sembra ormai andare molto di moda, l’abbandono incontrollato di rifiuti.

Gli spazzini devono tornare a svolgere quello che è sempre stato il loro lavoro, tenere pulito e ordinato il territorio.

Come è cambiato il luogo da come lo conoscevamo, ci si ricorda ancora quando si usciva dal “CAVALLUCCIO” si andava sulla battigia, si attraversava una passerella (che ora non c’è più, tolta negli anni ’70) che collegava comodamente la spiaggia del Lido con quella di Viareggio.

Nella foto il Cava ancora non c’era, ma la passerella si, serviva ed era una caratteristica.

Vecchia immagine di una passerella sulla Fossa dell’Abate.

Il Ponte sulla Fossa Dell’Abate

Abbiamo postato le informazioni in base a quanto visto, se contenessero errori, o non risultassero complete, chi ne ha interesse ce lo comunichi, saremo pronti alla modifica.

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