Vicenda accaduta qualche anno fa.
Abitavo a Viareggio e gran parte del mio tempo era dedicato ad un’associazione di volontariato nel comune di Camaiore così, avendo molti amici e alcuni parenti in zona, decisi di trasferirmi appunto a Camaiore.
Acquistai una casa non lontana dal centro, ma vi furono però subito dei problemi.
Il vicino, ex proprietario della casa che acquistai, aveva uno scarico fognario a cielo aperto, proprio nel mio giardino, l’odore che emanava era sgradevole a causa dei liquami sversati e questo ovviamente limitava la frequenza in una parte del giardino.
Feci presente al proprietario che quella situazione, oltre che essere illegale, era anche imbarazzante, ma ad esso non importava nulla, poteva restare come era.
Allora, come bisogna fare in questi casi, mi recai dalle autorità, la Polizia municipale, per un loro intervento.
Dopo qualche giorno mi recai nuovamente negli uffici della Polizia Municipale, giusto per avere informazioni in merito alla segnalazione, e qui, con grande sorpresa, l’incaricato mi riferì che quanto segnalato era privo di illecito, e che andava bene così.
Era una situazione chiaramente compromessa, non poteva esserci legalità nello scaricare i propri liquami in altre proprietà private, addirittura a cielo aperto, insistetti quindi perché prendessero provvedimenti contro quel vicino.
Invece l’unica azione fu presa contro di me.
L’agente, quello che mi comunicò che “era tutto a posto,” si alzò dalla sedia dietro la sua scrivania e avvicinandosi al sottoscritto mi sfilò prepotentemente la sedia sulla quale ero seduto, questo nonostante potesse avere conseguenze sul piano fisico, mai in un ufficio pubblico avevo visto una così tale veemenza.
Visto che la situazione stava diventando “pericolosa” cercai di uscire al più presto da quell’ufficio, l’agente mi aiutò ad uscire dall’ufficio con forti spinte, così forti che mi provocarono una caduta, questo direttamente davanti alla postazione del piantone, dove tra l’altro erano presenti anche delle persone, rimaste esterefatte per quanto visto.
Purtroppo essendo affetto da un’invalidità quella caduta mi provocò problemi fisici, tant’è che intervenne anche l’ambulanza, il medico di bordo stilò un referto, che ancora conservo.
Avrei potuto procedere, ma non era questa la mia volontà, la quale era rivolta solamente a risolvere il problema di quella fognatura a cielo aperto, come poi in seguito avvenne.
Seppi poi che il vicino, quello che sversava i liquami, era figlio di un noto ex dipendente comunale, mentre io ero un perfetto sconosciuto, appena arrivato.
Forse alla base di tutto l’accaduto vi era quel fattore di “conoscenze” che, in alcuni ambienti, sembra quasi essere di valore maggiore rispetto alle leggi.
Con quel vigile poi ci fu un pacifico chiarimento, siamo tra persone civili e commettere un “errore” può accadere a tutti, ma che non si ripeta.